L’ingegnere Salvatore De Donato continua la sua lotta di dignità e di giustizia: “La Vitolo ha fatto sparire abilmente i soldi con l’aiuto del padre e poi del marito, ma non la farà franca!”
Sono passati circa 20 anni di lotta tra cause penali e civili vinte, ma non si è ancora conclusa l’incredibile vicenda che ha coinvolto l’ingegner Salvatore De Donato e la sua ex moglie , avvocatessa originaria di Castiglione dei Genovesi. Abbiamo incontrato l’ingegnere De Donato che, accompagnato dai suoi legali di fiducia l’avv. Stefania Apostolico e Gennaro Ciociano ci ha raccontato come sta procedendo tutta la situazione che tra l’altro è stata oggetto di numerosi articoli giornalistici locali e nazionali tra cui anche Il Messaggero, il Roma, il settimanale Dipiù ed altri. Ricordiamo brevemente l’accaduto: l’ingegnere romano Salvatore De Donato, era sposato fin dal 2004 con l’avvocato salernitano, originaria di Castiglione dei Genovesi Anna Vitolo. Tutto cominciò un anno e mezzo dopo il matrimonio, che poi sarebbe stato sciolto su istanza del De Donato nella sede della Sacra Rota. Pochi mesi prima – racconta l’ingegnere – la signora aveva attuato un piano di disimpegno di tutti i suoi beni compreso un appartamento a Salerno. Poi quando l’ingegnere Di Donato per motivi di salute doveva ricoverarsi nella clinica Quisisana di Roma, prima di ciò aveva cointestato il suo conto corrente bancario con la firma dell’allora moglie visto che la situazione era abbastanza critica. La donna si era poi presentata con il notaio per effettuare un prelievo che poi era il provento di alcune vendite immobiliari che l’ingegnere aveva fatto. Il direttore della banca aveva provato più volte ad avvisarlo ma, visto il ricovero d’urgenza, lo stesso malcapitato era sprovvisto del cellulare, lasciato a casa. Davanti a ciò, il direttore della banca ha dovuto per forza di cose concedere quel prelievo ed altri con la distrazione della somma di circa 1.700.000 di euro prontamente girati in un fondo sicav. Un piano ben congegnato dall’inizio sfruttando mostruosamente e freddamente i problemi di salute del povero ingegnere De Donato e la sua volontà di darsi un erede, per il quale aveva pagato costose cure per favorire la procreazione alla ex moglie. In un sol colpo la furba avvocatessa era riuscita a sottrarre circa 2 milioni di euro e poi, per evitare troppe grane giudiziarie ha falsificato un atto in cui dichiarava di aver restituito circa 1 milione e 600 mila; quel foglio e vari movimenti bancari per farla franca con il supporto del padre Teobaldo prima e del suo marito Novellino Terenzio poi. Ad oggi il De Donato, ritiene che la somma di circa 2 milioni di euro, considerando molti recuperi sui conti correnti e depositi infruttuosi, possa essere custodita addirittura in contanti in qualche doppiofondo come è capitato in casi analoghi della cronaca da Corona al medico di Pompei, giusto per citare qualche caso famoso. I sotterfugi per non adempiere a quanto disposto con sentenza passata in giudicato della Corte di Appello di Roma, in cui viene stabilito in euro 2 milioni oggi attualizzati il maltolto, l’ex moglie contrae un matrimonio con altro individuo in modo da evitare di avere giacenze bancarie. “Ha fatto sparire i soldi abilmente con l’aiuto prima del padre , deceduto e poi tramite il marito di Montecorvino, – commenta De Donato – Lei ha messo in atto tutti i reati del codice civile e penale, una vera e propria farsa. Questa giostra dura da più di venti anni, ma se lei pensa di ritenersi intoccabile, sappi che io sono più intoccabile di lei, esonero da qualsiasi responsabilità gli avvocati, il giornalista e la redazione per queste mie dichiarazioni di cui prendo tutte le conseguenze”. Ci saranno ulteriori aggiornamenti, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e che l’ingegnere De Donato possa godere in pieno di una vittoria che attende da troppi anni.