di Mirko Cantarella
In questo particolare periodo storico caratterizzato dell’incremento del caro vita, la popolazione italiana si trova a fronteggiare le difficoltà quotidiane con senso di impotenza. Comprendiamo che le difficoltà sussistano anche per le istituzioni nel trovare la formula vincente per tenere le redini di un Paese che rischia di sgretolarsi; tuttavia non può essere sempre la sanità a pagarne le conseguenze – inizia così la lettera che il dott. Mirko Marzullo, libero professionista sanitario, ha inviato al Ministro della Salute On. Orazio Schillaci; all’Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni (Aran) e a varie organizzazioni sindacali come FPCGIL, UIL, CISL, Nursind, Nursing up, FIALS, USB, CONFSAL, GSE.. Il fatto in oggetto riguarda la notizia del probabile arrivo in Italia dei 10mila sanitari indiani, fortemente voluti proprio dal Ministro Schillaci. Questa notizia insieme al piano Bertolaso per il reclutamento di infermieri sudamericani è arrivata all’orecchio delle miriadi di sanitari italiani costretti a fare le valigie e andare a lavorare all’estero. “Si chiedono insistentemente perché il Ministro Schillaci non abbia pensato prima di tutto loro, perché la politica non abbia creato fin qui le condizioni per riportarli a casa. Sarebbero pronti a tornare, se solo le cose cambiassero davvero” – ha dichiarato Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, che ha presentato la nuova campagna social #Prontiatornare. Negli ultimi 22 anni, oltre 48.000 infermieri hanno lasciato l’Italia, con un picco di 15.000 solo negli ultimi tre anni, di cui 6.000 solo nel 2023. Oltre il 40% sarebbe disposto a tornare a casa se esistessero le condizioni economiche e se fosse garantito il riconoscimento e la stabilità contrattuale che oggi mancano. La lettera di Marzullo e degli altri colleghi sia della provincia di Salerno che di altre parti del territorio, si inserisce in questo contesto e continua nel testo sottolineando di come la posizione dell’infermiere nel profilo lavorativo andrebbe rivista in molteplici punti, dal contesto contrattuale del comparto alla categoria di appartenenza la quale dovrebbe essere più congeniale ad una figura dotata di autonomia professionale, passando per il superamento del vincolo di esclusività (il cui principio non trova riscontro nell’attuale status dell’infermiere) e per il riconoscimento del lavoro usurante. “Per questo motivo ho deciso da libero Cittadino e promotore morale di scendere in protesta il 18 settembre 2024 insieme a una mia collega la Dott.sa Barbara Mattei dove poi unendosi diversi colleghi provenienti dal centro e nord Italia il 21 Ottobre presso il Ministero della sanità in forma Asindacale con la speranza di UNIRE più persone possibili per dar voce agli Infermieri e ai Professionisti Sanitari come i Fisioterapisti e i Tecnici della Riabilitazione e di varie specializzazioni – commenta Mirko Marzullo. Diventa dunque fondamentale lo sblocco del vincolo di esclusività lascerebbe libera scelta annualmente al dipendente se esercitare in regime di esclusività o meno, esattamente come concesso alla categoria dei dirigenti medici, consentirebbe a chi ne ha possibilità di mettere al servizio la propria professione verso terzi senza ricorso al consenso da parte dell’azienda di appartenenza riuscendo in tal modo ad incrementare le finanze personali. Al contrario qualora l’infermiere dovesse optare per il lavoro in regime di esclusività, avrebbe diritto a un’indennità apposita. Tale manovra rappresenterebbe una svolta epocale nel panorama, consegnando al professionista sanitario maggior dignità economica e contestualmente allo Stato un rientro finanziario attraverso i contributi derivanti. Tra l’altro eliminando tale vincolo porterebbe vantaggi anche alle casse dello Stato in quanto si combatterebbe l’evasione fiscale da secondo e anche terzo eventuale lavoro esercitato dai dipendenti pubblici e si recupererebbero quei fondi dati per l’aumento dello stipendio tabellare dato al prossimo rinnovo, che dovrebbe essere almeno di 300 euro netti ma che non rappresenta un aumento ma un adeguamento all’inflazione di oggi, al costo della vita. Magari poi per arrivare con i fondi recuperati dal lavoro nero e dall’evasione fiscale a delineare un’indennità di esclusività per chi decide di lavorare in esclusività con l’amministrazione pubblica. Cosa più importante, sottolinea ancora Marzullo, si parla con il DM77/2022 di portare l’assistenza e telemedicina a casa dei pazienti cronici per ridurre le ospedalizzazioni costose per il SSN, come si fa senza infermieri? Non pensate che gli stessi infermieri dei reparti potranno poi seguire gli stessi pazienti a domicilio mediante lavoro a Partita Iva con cooperative e le stesse ASL? Certamente soluzioni che oltre a ridurre le ospedalizzazioni si va a garantire i LEA e di conseguenza a ridurre le cronicità delle varie patologie. Altro punto elencato riguarda il lavoro usurante: ”E’ impensabile risolvere il problema dell’attrattività della professione aumentando le competenze e le responsabilità senza che a ciò segua un giusto riconoscimento economico, soprattutto il riconoscimento di lavoro usurante contribuirebbe a sottolineare la rilevanza effettiva della nostra figura in ambito sanitario e sociale”. In conclusione Mirko Marzullo mette in risalto (e non è affatto un discorso razzista) che: ”Si trovano soldi per pagare i 10.000 – 30.000 infermieri extracomunitari indiani e argentini che costano più di 2500 euro mese pro capite e non si trovano soluzioni e fondi per non dare 300 euro netti agli italiani; che poi gli extracomunitari che garanzie abbiamo che questi sanno leggere e parlare la nostra lingua e da tale cosa che mi fa rabbrividire se un infermiere non capisce bene l’Italiano parlato e scritto, cosa vanno a somministrare ai pazienti? Ma veramente dobbiamo rischiare tutto ciò? Ma poi avete chiesto agli Italiani se vogliono farsi accudire dagli Indiani e Argentini? Ma vi state chiedendo come mai la Svizzera ai confini stanno costruendo Ospedali? E come mai gli altri Paesi Europei si stanno accaparrando gli infermieri italiani? Sono tutte domande che i coraggiosi e dignitosi sanitari capitanati da Mirko Marzullo sperano possano avere risposta dal Ministro Schillaci o da chi per esso è abilitato a farlo.
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