di Mirko Cantarella
All’indomani della vittoria del centrodestra in Liguria abbiamo intervistato Paolo Alli, presidente di Alternativa Popolare, il giovane partito appena approdato tra le forze di Governo, il cui segretario è il sindaco di Terni, l’imprenditore Stefano Bandecchi.
Presidente Alli, è passato qualche giorno dalla conclusione della tornata elettorale in Liguria, altra prova importante dopo il vostro esordio ufficiale pochi mesi fa alle elezioni europee. Si può dire, anche alla luce del recente ingresso nella coalizione di Governo, che AP ormai è a tutti gli effetti un partito nazionale seppur con numeri non proprio brillantissimi?
“Assolutamente e lo dimostra l’analisi dei numeri del voto, un’analisi piuttosto semplice che si basa su tre considerazioni. La prima è che Alternativa Popolare ha confermato di essere già da oggi un elemento importante della coalizione di centrodestra. I nostri circa 2000 voti rappresentano esattamente la distanza che c’è tra le liste che hanno appoggiato Bucci e quelle che hanno appoggiato Orlando. Infatti, se tra i due contendenti vi sono 9.000 voti di differenza, la gran parte di essi, circa 7. 000, viene dalla personale affermazione di Marco Bucci, che ha preso 20.000 voti più delle proprie liste, mentre Orlando si è fermato a 13.000. Ma il confronto tra i partiti e le liste civiche che hanno sostenuto le due coalizioni parla, appunto, di 2.000 voti di differenza. In questo senso, il nostro lavoro è stato molto apprezzato dagli alleati e ora starà a noi capitalizzarlo.
La seconda considerazione è relativa al confronto, sempre in Liguria, tra il nostro risultato alle elezioni europee e quello delle elezioni regionali. Questo confronto mi sta particolarmente a cuore, perché credo che dobbiamo sempre tenere sotto osservazione la tendenza che caratterizza le nostre performance nel tempo, per vedere se si cresce o meno. Per valutare questa tendenza prendiamo in considerazione i partiti che hanno partecipato sia alle europee che alle regionali; AP, mantenendo sostanzialmente il numero di voti delle europee, ha avuto un incremento reale stimabile nel 30%. Abbiamo tenuto, nonostante la presenza delle numerose liste civiche e di diversi candidati alla presidenza, i quali hanno drenato una percentuale importante di consensi rispetto ai partiti tradizionali. Al contrario, Alternativa Popolare, pur parlando di numeri ancora molto piccoli, ha avuto un incremento reale. Il nostro risultato è ancora più significativo se consideriamo solo i partiti del centrodestra che hanno partecipato sia alle europee che alle regionali. In questo caso il nostro incremento reale è stato di quasi il 50%. Ritengo importante queste considerazioni, perché significano che in due settimane di campagna elettorale siamo riusciti a compensare l’effetto della presenza di altri soggetti politici molto attrattivi con un duro lavoro sul territorio.
E qui veniamo alla terza considerazione. Osservando i risultati nelle varie province liguri, si nota chiaramente che le migliori performance di Alternativa Popolare sono state in provincia di La Spezia e nella provincia di Genova, la quale però è stata tenuta in piedi non da Genova città ma dal Tigullio. Le zone in cui si sono concentrati gli sforzi dei nostri amici sono state esattamente il Levante Ligure e la Provincia della Spezia, dove le percentuali hanno superato l’1%. Guardando invece Savona, Imperia e pure Genova città, Alternativa Popolare è regredita rispetto alla percentuale delle europee. Ciò conferma che il voto di opinione è stato assai meno influente in queste elezioni rispetto alle europee, come era del resto ragionevole attendersi. Infatti il 9 giugno in Liguria avevamo avuto una percentuale pressoché uniforme su tutte le province, pur avendo solo una candidata locale, Marina Noceti, oltre a Stefano Bandecchi. Il lavoro sul territorio in questo caso ha fatto la differenza.
In conclusione, ritengo di poter dire che il risultato del lavoro fatto in tempi impossibili, dalla composizione delle liste alla campagna elettorale, ha dato risultati importanti che non sono sfuggiti alla osservazione di molti analisti e di molti protagonisti delle elezioni, a cominciare dal neo governatore Bucci. È evidente quindi come AP stia dimostrando ad ogni competizione elettorale una vitalità ed una crescita invidiabile, che altri partiti che sono da più tempo sulla scena politica non hanno e non hanno avuto; non solo in Liguria ma in tutte le regioni d’Italia. Sono certo che una ulteriore conferma l’avremo già nelle prossime elezioni in Umbria”. Non vi è dubbio che AP è in crescita in tutte le regioni italiane e sull’onda della Liguria si spera che in Campania, all’indomani della frizione interna al PD, il centrodestra ne tragga vantaggio e possa metter in campo una formazione vittoriosa dove magari la stessa Alternativa Popolare possa essere l’ago della bilancia
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