di Andrea Pellegrino
Tutto rinviato al 2 novembre. La legge elettorale e il «recepimento» pro De Luca slittano di qualche giorno in commissione statuto e regolamento. La fibrillazione nei corridoi del Consiglio regionale aumenta giorno dopo giorno, così come il pressing del Nazareno sui rappresentanti dem, soprattutto quelli dell’area napoletana. Così, dopo un tira e molla, la commissione è saltata. Si dice proprio per difficoltà del Partito democratico. Alle 15 di sabato l’ultimo appello, in considerazione di
una seduta consiliare già convocata per il prossimo 5 novembre, così come preannunciato diversi giorni fa dallo stesso governatore che sul terzo mandato non vuole avere ostacoli. Sempre sabato dovranno arrivare gli emendamenti, soprattutto rispetto al testo presentato da Mario Casillo che prevede una nuova soglia di sbarramento, l’incandidabilità per tutti i sindaci e la rimozione dell’incompatibilità tra la carica di assessore e di consigliere regionale. Ma, al di là degli aspetti tecnici, la partita politica è delicata soprattutto all’interno dei democrat con uno scontro con i deluchiani che rischia una vera e propria redde rationem. Da Roma la porta a De Luca sarebbe sbarrata e, di conseguenza, non vorrebbero che il partito sostenga provvedimenti che possano consentire una possibile ricandidatura dell’attuale governatore. Concretamente, se dovesse approdare in aula il testo del recepimento della legge nazionale, il gruppo del Pd sarebbe costretto a votarlo. Così come le altre forze di maggioranza. Compresa Azione che, per cause di forza maggiore, si è intestata l’odg deluchiano (firmato dal consigliere Sommese), pur strizzando l’occhio alla coalizione di centrodestra e mostrando interesse verso una eventuale candidatura di Antonio D’Amato. In pratica De Luca, al di là delle apparenze, ad oggi, oltre alla pattuglia salernitana potrebbe contare sul gruppo di Matteo Renzi che potrebbe addirittura essere la sua ancora di salvataggio nel caso di una rottura totale con Elly Schlein. Quanto al centrodestra, pare che l’indicazione sia quella di bocciare l’odg di De Luca (che con molta probabilità potrebbe essere anche impugnato dalla presidenza del Consiglio) ma invece di trattare su quello di Casillo, su due versanti: la soglia di sbarramento anche più alta del 3 e il via libera ai sindaci di comuni inferiori ai 5 mila abitanti. Per trattare in entrambi gli schieramenti ci sono poche ore di tempo, festivi compresi. Con una tegola in più per i deluchiani che potrebbero ritrovarsi la proroga del commissariamento del Partito democratico in Campania.
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