Foto di Adriana Scerminio
Un racconto che parte dal lontano 1994, quando il sindaco dell’epoca Vincenzo De Luca mette in atto un progetto di riqualificazione della città concretizzato mediante un nuovo piano regolatore firmato dall’architetto catalano Oriol Bohigas e un’apposita piazza per la quale viene indetta una gara internazionale vinta dall’architetto Ricardo Bofill e che culmina con una vicenda giudiziaria nel 2012 quando vengono scoperti una serie di problemi strutturali a livello della copertura dell’area in merito al fenomeno noto come punzonamento, ossia il trasferimento di un carico concentrato sullo spessore di una specifica superficie. La Procura della Repubblica si muove per fare chiarezza, e l’intera zona cantieristica viene sottoposta, nel 2013, a sequestro prima probatorio e poi preventivo. La Prefettura di Salerno intanto dispone un’ordinanza antimafia per il gruppo ESA Costruzioni Generali S.p.A. (incaricato dei lavori nel 2009), con il quale il Comune rescinde il contratto. Una situazione disastrosa che prolunga i lavori e che induce il Comune ad una nuova gara e nel 2015 prima la COMES di Potenza e poi la RCM nel 2018 conducono fino all’inaugurazione del 20 settembre 2021. Un progetto con continui cambi di idee e di progettazione e che in meno di tre anni ha visto tale struttura (e del vicino crescent) portarsi in uno stato di incuria e degrado e ad un totale fallimento nell’idea inziale di un centro di attività con negozi delle grandi firme che dovevano investire in città incrementando il flusso turistico e che invece non se ne vede neanche l’ombra. Mantenendo la galleria del Crescent in una triste realtà di silenzio. A ciò si aggiunge l’ennesimo colpo alla zona data dalle sole cinque attività che con sacrificio e tenacia hanno atteso tanto tempo e poi investito per aprire al pubblico nel famoso sottopiazza. Una luna di miele terminata con inizio di una vera e propria guerra legale che va al di là delle condizioni igienico sanitarie pietose. Secondo una indagine condotta dal gruppo “Figli delle Chiencarelle” e pubblicata sul proprio canale nella trasmissione Super Salerno, i locali del sottopiazza versano in condizioni disastrose. In un’ala non c’è una sola attività aperta e si è arrivato ad avere giunti dilatati e anche crepati. L storia racconta che nel maggio 2023 i coraggiosi investitori (dell’altra ala quella che affaccia sulla spiaggia di Santa Teresa) firmano un contratto con il comune in cui i locali vengono dati allo stato grezzo con la promessa che i soldi investiti verranno scomputati dalla locazione mensile (un affitto che si aggira intorno ai 292 euro al mq). Nel novembre dello stesso anno, raccontano “I figli” nel loro video, il comune scrive ai titolari delle cinque attività in essere sottolineando che il canone di affitto deve essere pagato per intero e di fatto sospendendo lo scomputo. A questo punto i proprietari delle attività, tutt’altro che felici, decidono di affidarsi ai propri legali lamentando che già si è dovuto aspettare ben dieci anni dalla vittoria del bando; in più lo scomputo viene effettuato sul valore dell’epoca incurante del fatto che in un decennio è cambiato il mondo, i prezzi sono aumentati vertiginosamente, c’è stato il periodo pandemico ed altro. A questo si aggiunge che i locali sono stati coibendati male, ci sono infiltrazioni d’acqua e sono per certi versi invivibili causando difficoltà lavorative e perdita economica. In un frame del video si vede anche che il locale generale dove è posta la centralina elettrica generale quando piove si allaga mettendo di conseguenza in pericolo ed in totale mancanza di sicurezza il tutto. Si è cercata una conciliazione che non è di fatto arrivata e conseguenzialmente ora si adirà ad una causa civile (e forse non solo) e al risarcimento di un bel po’ di soldi da parte del Comune che porterà inevitabilmente ad una situazione di bilancio ancor più negativa.
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