l’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona rappresenta da sempre un punto di riferimento per l’intera provincia. Il Ruggi, come viene comunemente chiamato dai salernitani, ospita anche l’Università degli Studi di Salerno, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di medici e infermieri. Il “San Leonardo” (altro nome con cui la cittadinanza chiama l nosocomio salernitano) però è anche al centro di un sistema sanitario in Crisi ormi da diverso tempo. Tempi lunghi per le prenotazioni nelle liste d’attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici prolungano l’ansia e la sofferenza del malato e della sua famiglia nell’attesa di una diagnosi e/o di un intervento salva vita. A tutto questo si sono aggiunti da tempo una serie di brutti episodi che hanno scosso ulteriormente l’ospedale portandolo all’attenzione, anche nazionale, sul tema della malasanità. Lo ricorda Luigi Cerciello, coordinatore Regione Campania di Alternativa Popolare. I numerosi casi e gli scandali sulla gestione irresponsabile del Ruggi (notizie facilmente rintracciabili in rete) impongono l’attenzione e la reazione in particolare dei salernitani: 2013: Le lasciano una pinza nell’addome: donna muore dopo sette mesi Indagati 5 medici e 2 infermieri. L’attrezzo è lungo ben 22 cm, ma nessuno l’ha “notato”. 2014: Morte di Rosalia Pastore al Ruggi: accusa di omicidio colposo per la dottoressa Secondo l’accusa, la dottoressa avrebbe omesso di effettuare accurati controlli medici, in presenza di una sintomatologia, anche pregressa, che faceva pensare a problemi cardiaci. 2015: Mazzette al Ruggi, nelle liste d’attesa gonfiate spunta anche un morto. Un vero e proprio terremoto giudiziario si abbatte sull’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Sono cinquecento i dipendenti assenteisti dell’ospedale che rischiano di andare a processo. Morì dopo trasfusione confermate le condanne per 4 dipendenti del Ruggi. 2016: Intervento sbagliato ad una bimba indagato un chirurgo del Ruggi. Salerno, 400 nuovi letti per l’ospedale ma sono inutilizzabili: “Troppo larghi per gli ascensori”. 2017: Morte in sala parto, la terribile storia di Stefania Ruocco. La signora era stata sottoposta infatti a taglio cesareo in anestesia generale per partorire. L’emorragia, però, da quel momento non si è più fermata. I medici che avevano proceduto al cesareo non erano intervenuti tempestivamente bensì avevano atteso l’arrivo del medico di guardia per procedere ad isterectomia. Degrado totale nel reparto di chirurgia dell’apparato locomotore dell’A.o.u. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Buchi nei pavimenti, fili della corrente scoperti, infiltrazioni alle pareti e i pazienti ammassati in poche stanze, tra polvere e calcinacci. 2018: Incidente al nido dell’ospedale Ruggi d’Aragona, a Salerno, durante il bagnetto di un bebè. Un bebè nato nell’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno ha riportato ustioni sul 50% del suo corpicino perché le puericultrici hanno usato acqua troppo calda per fargli il bagnetto. 2019: deceduto lo scorso giugno, Antonello Mucciolo, conosciuto come Tonino, 51enne, durante un intervento definito di “routine” presso l’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno Secondo il referto medico legale la causa del decesso è da ricondurre «all’errata manovra dell’operatore. Dipendenti dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” sorpresi a rubare attrezzature dalla Radiologia. 2020: Quattro ore di attesa in ambulanza, malato Covid muore dopo il ricovero all’ospedale di Salerno. Abusi sessuali, sospeso primario del Ruggi di Salerno. 2021: Enrico Coscioni (consulente della Sanità del governatore Vincenzo De Luca) insieme ad un collega chirurgo sono stati rinviati a giudizio per concorso in omicidio per colpa medica. I due medici del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno sono accusati dalla Procura della morte di Lucia Ferrara. Stando alle accuse della Procura, i due medici avrebbero omesso di svolgere una “indagine strumentale preparatoria finalizzata alla valutazione anatomica delle arterie coronarie”, prima di eseguire l’intervento chirurgico. Durante l’operazione, vi sarebbe stata una “errata manualità chirurgica” che provocò “l’occlusione iatrogena dell’arteria circonflessa responsabile dell’infarto acuto del miocardio”. Infine, i due avrebbero omesso di gestire in maniera corretta l’evento che da li a poco si generò. 2022: niente posti letto nel Salernitano, paziente di 85 anni “ricoverata” in ambulanza – Una paziente di 85 anni, cardiopatica e positiva al Covid, è stata curata per due giorni in ambulanza all’esterno dell’ospedale di Mercato San Severino (Salerno), struttura che dispone al momento di due soli posti per il coronavirus, che erano entrambi occupati. 2023: Va in ospedale per un dolore alla spalla e muore mentre esegue la Tac. Aperta un’indagine sul decesso di un uomo di 68 anni. Al triage gli sarebbe stato assegnato il codice rosso, ma avrebbe atteso otto ore prima di essere sottoposto ad accertamenti. Terremoto al Ruggi, si dimette Iesu e altri colleghi lo seguono. Ospedale Ruggi di Salerno tra i peggiori d’Italia. E alcuni tra i medici più importanti si dimettono. Salerno, scandalo Ruggi: malati senza assistenza e legati alla barella. Servizio tv – La7 – Salerno, ospedale Ruggi: dove muore la dignità. 2024: Sacche di sangue “volatilizzate” al Ruggi di Salerno. L’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno perde un altro «pezzo da 90». Dopo lo svuotamento del reparto di Cardiochirurgia con prestigiosi nomi dimessisi uno dopo l’altro, anche il professore Mario Polichetti, primario del reparto di Gravidanza a rischio, ha presentato le sue dimissioni. Il mistero del Dottor Enrico Coscioni a Salerno. Il caso del Dottor Enrico Coscioni, direttore del dipartimento di cardiochirurgia dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ha scosso la città di Salerno. Dopo aver causato la morte di un paziente a causa di un lembo di garza dimenticato nel ventricolo sinistro, il dottore è stato sottoposto alla misura di interdizione dall’attività medica. Tuttavia, nonostante ciò, è emerso che continuava ad agire all’interno dell’ospedale, impartendo disposizioni e fornendo consulenze ai colleghi, senza alcuna interferenza da parte del Direttore generale dell’azienda ospedaliera”. Questi sono solo una piccola parte dei molti casi di malasanità accaduti, tutti documentati e facilmente riscontrabili e molti altri giacciono nei cuori e nelle menti di quei malaugurati che hanno vissuto storie simili e non le hanno denunciate, vuoi per paura vuoi per quieto vivere. Cerciello in un suo memorandum sulla malasanità ha anche sottolineato che negli atri ospedali della provincia le cose non è che vanno meglio. Tali strutture sanitarie da tempo sovraccariche, faticano a gestire il crescente flusso di pazienti. Molti reparti operano con un numero di medici e infermieri largamente inferiore rispetto alle necessità. Secondo le segnalazioni dei sindacati, questa situazione è destinata a peggiorare nei prossimi anni se non verranno adottate misure urgenti per l’assunzione di nuovo personale. “Non abbiamo risorse né tempo”, lamenta un’infermiera del Pronto Soccorso, “a volte ci troviamo a gestire casi gravi senza gli strumenti adeguati e sotto una pressione insostenibile”. Un altro punto dolente riguarda lo stato delle infrastrutture ospedaliere. Molti edifici che ospitano le strutture sanitarie risultano fatiscenti, con problemi strutturali e di manutenzione che compromettono la sicurezza degli stessi pazienti. Numerose testimonianze parlano di attrezzature non funzionanti, obsolete e inadeguate per diagnosi e terapie. Questo scenario è stato confermato anche da diverse ispezioni ministeriali, che hanno evidenziato l’urgenza di rinnovare le strutture e migliorare gli standard di sicurezza. A tutto questo si sommano casi di Malasanità con errori inverosimili dai Tragici Risvolti spesso dovuti a mancanza di professionalità e attenzione durante le cure, casi molto gravi che sollevano dubbi sul senso di responsabilità, di formazione e preparazione del personale ospedaliero. Negligenza e scelte organizzative dei reparti che stridono con la competenza e la meritocrazia hanno portato alla fine alle dimissioni di medici di eccellenza. La sanità salernitana sembra aver preso ormai una strada senza ritorno dagli effetti devastanti per tutti i cittadini. Tutto questo provoca sfiducia nelle persone che si rivolgono alle strutture sanitarie; un malessere, una rabbia ed una frustrazione che sempre più spesso vediamo sfociare in reazioni violente nei confronti del personale sanitario che per tutto quanto quello detto sopra, e stipendi da fame, tende a rigettare l’impiego nelle strutture sanitarie pubbliche. Tutto ciò contribuisce in maniera notevole e determinante sulla qualità dei servizi sanitari, parliamo della differenza tra un paziente, un malato che vive o muore. Inoltre, i molti casi di malasanità hanno portato e portano a lunghe battaglie legali con tutto ciò di negativo che ne consegue per le persone e per le istituzioni pubbliche in termini, psicologici, di immagine ed economici. Il cittadino salernitano purtroppo rispetto a questo pare essere piuttosto indifferente, salvo quando ci finisce dentro. Eppure i dati e le statistiche confermano che saranno sempre di più nei prossimi anni le persone che faranno ricorso alla sanità a causa dell’invecchiamento della popolazione e all’insorgere di nuove patologie, forse è anche per questo che il privato, fiutato il business, sta facendo grossi investimenti nel settore. Nonostante la gravità della situazione, le istituzioni assicurano che sono in corso interventi per migliorare l’efficienza del sistema sanitario. Sono stati stanziati fondi per la costruzione e ristrutturazione di alcune strutture ospedaliere e per l’assunzione di nuovo personale medico. Tuttavia, molti rimangono scettici riguardo alla tempistica e all’efficacia di queste misure, temendo che sia solo una ghiotta occasione per alcuni amministratori di riempirsi le tasse di tangenti e clientele. “Appare chiaro che al Ruggi vige una sorta di cosa nostra che fa sì che i pochi che hanno voglia di far bene il proprio lavoro con coscienza e diligenza vengano messi in minoranza e fatti oggetto di intimidazioni; è il caso del giovane infermiere che ha denunciato le gravi irregolarità del pronto soccorso e dei proff. Iesu e Polichetti, messi in condizioni di dover lasciare il Ruggi – sottolinea il massimo dirigente regionale di Alternativa Popolare – La sanità salernitana e più in generale quella campana verte ovunque nelle stesse condizioni. Le responsabilità vanno ricercate a monte e cioè al momento in cui la sanità pubblica è stata consegnata nelle mani delle istituzioni regionali e di quelle persone che hanno ridotto allo sfacelo ciò che tutto il mondo ci invidiava (persino la tanto acclamata America), una sanità di eccellenza per tutti, ricchi e poveri. La sanità pubblica sembra ormai destinata a far la fine di tante altre aziende pubbliche: venire privatizzata; il metodo è sempre lo stesso, portare la gestione pubblica ad essere dispendiosa ed inefficiente tanto da legittimarne poi la svendita a gruppi privati, lo abbiamo visto in casi come quello di Telecom e Autostrade, aziende che come sono finite in mano private sono divenute redditizie a scapito della qualità del servizio e delle tasche degli italiani. La Magistratura fa il suo lavoro ma tempi troppo lunghi per le indagini ed i giudizi nei tribunali e provvedimenti intempestivi, permettono a chi delinque, di continuare a farlo con enormi danni per la collettività: “Il Delitto Paga”.
Gli ultimi dieci anni all’Ospedale di Salerno hanno mostrato chiaramente come la malasanità non sia solo il risultato di errori individuali, ma di un sistema complesso, di un cancro che ha metastasi ovunque e che necessita di un intervento salva vita immediato e drastico. Il sistema sanitario va riformulato da capo con una particolare attenzione alla selezione e formazione del personale ed alla qualità dell’offerta sanitaria, lontana dalle mani della politica locale. Le storie di dolore delle famiglie coinvolte devono servire da monito affinché simili tragedie non si ripetano. Un sistema sanitario efficiente è alla base di una società giusta, e ogni cittadino ha il diritto di ricevere cure tempestive e adeguate. In conclusione, la sanità salernitana si trova di fronte a una sfida complessa e urgente. I cittadini, hanno bisogno di interventi rapidi e incisivi per garantire il diritto alla salute e cure adeguate per tutti. La speranza è che le lezioni apprese portino a un futuro in cui la malasanità diventi un ricordo del passato, e l’Ospedale di Salerno e la sua provincia torni ad onorare quella che fu la prima scuola medica del mondo antico, un simbolo di cura e professionalità per tutte le genti.