Sicilia, Confeuro: “Crisi idrica è cartina tornasole dell’emergenza siccità nel Meridione”
“L’avevamo sollecitato alla vigilia del G7 di Ortigia, a Siracusa: bene parlare del rilancio della agricoltura a livello globale ma non si dimentichi l’altra Sicilia, quella che soffre il cambiamento climatico, la crisi idrica, la siccità. Ma, purtroppo, puntuale come un orologio svizzero, ecco la notizia che dimostra l’immobilismo istituzionale di fronte all’ennesima criticità ambientale in atto terra sicula, dove le dighe sono praticamente a secco, piove pochissimo e il razionamento dell’acqua è il palliativo necessario per contrastare l’emergenza. Quanto sta accadendo in Sicilia, e più in generale, nel Meridione, infatti rappresenta un vero e proprio allarme rosso, legato alla siccità e quindi al cambiamento climatico, che rischia di avere conseguenze sociali, economiche e produttive disastrose per il nostro territorio. È chiaro ed evidente che da parte del governo nazionale, Masaf e Regioni servono provvedimenti urgenti e investimenti maggiormente corposi al fine di alleggerire un contesto di una gravida inaudita, non degno per una nazione come la nostra che si definisce moderna, e che richiede interventi risolutivi sia nel breve che nel lungo periodo. In tal senso, prima di tutto è necessaria una riqualificazione infrastrutturale. Anzi, in attesa che nel nostro paese si realizzino i progetti previsti dal Pnrr, è improcrastinabile coinvolgere di più i consorzi di bonifica al fine di rendere più diffuse le modalità di irrigazione di precisione e strumenti di difesa del suolo. Al momento l’utilizzo di nuove tecnologie sembra essere poi la strada obbligata al fine di gestire il consumo di acqua nel settore agroalimentare. In ultimo ma non meno importante, bisogna cominciare a diffondere una nuova cultura del risparmio sull’acqua. Le istituzioni non possono più girarsi dall’altra parte o agire tamponando semplicemente l’emergenza: le nuove parole d’ordine devono essere prevenzione e lotta costante al riscaldamento globale”.
Così, in una nota, Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei e del mondo.
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