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PD, MATTEO ORFINI (PD): “CALENDA, CONTE, RENZI, PARLANO TUTTI DI NOI”

PD, MATTEO ORFINI (PD): “CALENDA, CONTE, RENZI, PARLANO TUTTI DI NOI. LO CONSIDERIAMO UN RICONOSCIMENTO DEL RUOLO DI GUIDA DELLA COALIZIONE. CON RENZI ALLA PLAYSTATION VINCEVO IO”

“Il Partito Democratico sta già cambiando. È evidente che la Schlein ha vinto sull’onda di una spinta all’apertura e al cambiamento del partito. Ora sta cercando di interpretare questa spinta e di produrre un’innovazione nel PD restituendogli centralità e un’identità che in questi anni è stata meno percepibile. E credo che i risultati di questi mesi dimostrino che un po’ l’abbia recuperata”.

Così ha dichiarato Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico, intervistato da Gianluca Fabi e Roberta Feliziani nel corso de ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus, commentando la situazione del PD e le recenti dichiarazioni di Giuseppe Conte su Elly Schlein.

“L’attenzione di Conte verso il Partito Democratico dimostra la centralità del Partito Democratico – ha proseguito Orfini – tutti parlano del PD perché senza non c’è un’alternativa alla destra. Calenda, Renzi, Conte, chiunque parla di noi invece che del proprio partito e questi sono onori ed oneri dell’essere la forza principale. Lo consideriamo un riconoscimento del nostro ruolo di guida della coalizione”.

Sulle correnti interne al PD Orfini ha aggiunto: “Ho votato Bonaccini al congresso e quindi ho perso. Dopodiché per me il congresso è finito un minuto dopo, ora c’è il Partito Democratico. Un evergreen del dibattito è che appena c’è un momento di difficoltà tutti cominciano a parlare di correnti. È normale che in un grande partito esistano, ma l’importante è che siano correnti di pensiero. Se sono filiere di potere sono una degenerazione. Per troppo tempo il Partito Democratico ha pensato che il progetto fosse l’alleanza, il campo largo”, ha poi evidenziato Orfini. “Ma le alleanze in politica sono uno strumento, non sono un fine. Il punto del PD dovrebbe essere esattamente questo, cambiare il paese con un progetto di innovazione e di cambiamento”.

Durante l’intervista si è poi domandato a Orfini se con il voto di sfiducia a Marino il PD abbia perso credibilità. “Lì facemmo una valutazione politica sul fatto che quell’esperienza amministrativa non reggeva più – ha ribadito il deputato democratico – Marino non era più in grado di dare risposte ai problemi dei cittadini romani e quindi abbiamo deciso di votare la sfiducia. Si può essere d’accordo o meno con quella scelta, dopodiché sono contento che sia tornato, peraltro alleato del Partito Democratico, e spero che abbia il successo che spera di avere”.

Si è infine parlato anche di Matteo Renzi. “In un’occasione non l’ho neanche votato, la prima al Congresso, perché sostenne Gianni Cuperlo, in quella successiva invece lo votai anche io. Dopodiché, sono abbastanza abituato a perdere i congressi. Poi però credo che quando qualcuno diventa Segretario devi provare comunque a dare una mano al tuo partito. Con Renzi ce l’ho fatta, ho tante cose condivise, su altre abbiamo litigato anche copiosamente. Comunque alla playstation vincevo io”, ha concluso Matteo Orfini.

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