Campania tra le regioni meno attrattive sotto il profilo sanitario, così ha perso risorse a favore dell’Emilia Romagna e Lombardia. Il dato emerge dalla relazione della Corte dei Conti che boccia nuovamente il sistema sanitario della Regione Campania, sotto diversi profili. Sicuramente sotto il profilo della mobilità sanitaria interregionale. «La mobilità incide sulle entrate a disposizione di ciascuna Regione per il finanziamento del sistema sanitario, attraverso un complesso meccanismo di compensazione che può essere valutato solo in prospettiva pluriennale. In questa direzione nell’arco di un decennio, la Lombardia si è trovata a disporre di risorse aggiuntive per 5,6 miliardi, l’Emilia-Romagna per 3,4, il Veneto per 1,3 e la Toscana per 1, il Molise per 282 milioni. Sul fronte opposto la Campania ha perduto risorse per 2,7 miliardi, la Calabria per 2,4, il Lazio per 2,2, la Sicilia per 1,9 miliardi. Perdite non trascurabili di risorse da mobilità si sono riscontrate anche per Abruzzo, Liguria, Piemonte e Marche».
QUI SI MUORE PRIMA
«Tra le Regioni italiane, il caso più critico si conferma quello della Campania dove la speranza di vita si colloca a 3 anni in meno che nella provincia autonoma di Trento, e dove nel 2022 non era stato ancora recuperato il calo subito nel periodo pandemico», si legge ancora nell’ampia relazione della Corte dei Conti «Particolarmente critica appare la situazione della Regione Campania dove si osserva una causalità diretta tra stili di vita e situazione di multi-cronicità e limitazioni gravi tra le persone di oltre 75 anni che risulta del 66,5% rispetto a una media nazionale del 49%. In generale, la situazione di multi-cronicità grave risulta in media 12 punti superiore nel Mezzogiorno rispetto alle Regioni del Nord e 8-10 punti superiore a quelle del Centro».
BOCCIATA SUL LEA E TERRA DEI FUOCHI
«Con riferimento al monitoraggio nell’erogazione dei Lea – livelli essenziali di assistenza di cui al Nuovo Sistema di Garanzia, nell’anno 2021 la Regione ha conseguito un punteggio complessivo insufficiente nell’area Distrettuale e sufficiente nell’area Prevenzione e Ospedaliera, peraltro più elevato in tutte e tre le aree sia rispetto al 2019 che al 2020. Alcuni indicatori specifici di queste macro-aree sono stati analizzati nel dettaglio nella verifica relativa allo stato di attuazione del Piano di rientro.
Per l’area della prevenzione, nel 2021 riprende nella Regione Campania l’adesione ai programmi di screening oncologici benché la percentuale sia ancora al di sotto della soglia di sufficienza: a tale riguardo i Tavoli hanno chiesto un aggiornamento sulle azioni previste nella bozza di Programma Operativo 2022-2024 per superare le criticità rilevate in ciascun programma». Ma ancora si legge: «Con riferimento al Progetto “Terra dei fuochi”, nel corso della riunione è stato evidenziato un importante ritardo sulle attività programmate. I Tavoli, nel sollecitare la tempestiva conclusione delle attività, hanno ricordato in caso di mancata o incompleta rendicontazione delle stesse, gli importi non rendicontati verranno recuperati a valere sulle somme a qualsiasi titolo spettanti per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale». Ed infine: «Per la rete oncologica sono state sollevate perplessità con particolare riguardo alla frammentazione dell’offerta».
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