La scrittrice veliterna Patrizia Audino pubblica il libro “Il fascino di invecchiare”

La scrittrice veliterna Patrizia Audino pubblica il libro “Il fascino di invecchiare”, manuale di sopravvivenza per anziani

“Il fascino di invecchiare” è la recente opera della psicologa e attrice Patrizia Audino (il sottotitolo è: ‘manuale di sopravvivenza per anziani’, Edizioni Progetto Cultura, 2024, pp. 86, euro 12). La prof. Audino è autrice di apprezzati saggi, tra cui il celebre “Tra razionalismo ed irrazionalismo: il pensiero di Bruno Fabi” e “Il passato che verrà”. Docente di Filosofia e Scienze Umane, ha svolto per anni attività di psicologa volontaria presso Centri di Ascolto per Anziani. Questi cenni diano un’idea della molteplicità degli interessi della Audino, se si aggiunge anche una preziosa pubblicazione su Nemi (Rappresentazioni di un passato mai sopito e sempre nuovo).
Ora, la professoressa ci offre un manuale di assoluta attualità, perché il nostro mondo sta invecchiando in duplice senso: l’Occidente è detto ormai il vecchio continente, ma anche il più longevo, se si eccettuano casi in estremo Oriente. Quindi la popolazione, grazie alla scienza, alla tecnica e alla medicina, sta prolungando gli anni di vita con conseguenze che creano il problema del lavoro, della pensione ma soprattutto dell’emarginazione sociale degli anziani in quanto non più “produttivi”. Però Audino respinge tali “pregiudizi”, dimostrando che gli “anta” sono una popolazione ancora vitale e utile, preziosa in seno alla famiglia (vedi il ruolo dei nonni in una famiglia cellulare, e non più patriarcale), per cui quello che era considerato il dramma dell’invecchiamento, può divenire “il fascino di invecchiare”.
Su questa visione (e premessa) si basa il libro della Audino: manuale di sopravvivenza per anziani. Essi rappresentano una risorsa viva per la società: tutto sta nel convogliare con metodo e intelligenza le facoltà dei “vecchi” verso l’utilità personale e generale.
Si parta però, nella metodica, da due punti focali: come gli anziani sono stati visti dai i mass-media e come si vedono loro stessi – nell’immaginario collettivo – giunti all’età del “riposo forzato”. Oggi l’anziano ha tanto tempo a disposizione, che deve usare attivamente e non stancamente su una poltrona a oziare. Deve avere un progetto, proprio perché la maggiore fragilità dell’essere lo rende vulnerabile psicologicamente. Chi non si sente più utile, mostra il fianco alla decadenza. Diventa allora determinante crearsi un nuovo stile di vita basato sulla propria esperienza passata e sui propri desideri e talenti personali. Quanti “grandi vecchi” hanno fatto la storia, non solo nel campo della politica, ma dell’arte e della scienza? Ci siano d’esempio. Molto significativo è il capitolo: “Le motivazioni e la spinta ad agire”, in quanto l’interesse per l’azione e per il pensiero sono il carburante dell’esistenza. Bisogna essere consapevoli che la mente umana è incredibilmente creativa e si adatta ad ogni situazione, anche in tarda età. Viene in mente Verdi che scrisse il capolavoro “Falstaff” a 82 anni e Michelangelo, quasi novantenne, che lasciò incompiuta la “pietà Rondanini”, e il celebre musicista Segovia che teneva concerti di chitarra classica a 90 anni! Il libro è una spinta a tenere vivi gli interessi vitali e Audino ce ne porta esempi gnoseologici di forte impatto.

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