Al di là degli steccati ideologici e comunque di ogni genere, l’otto marzo è certamente un’occasione per riflettere sulla condizione delle Donne ieri ed oggi, anche a livello Internazionale. È doveroso ricordare che è una celebrazione Internazionale che trae origine dalle passate memorie per centinaia di operaie uccise in un incendio a New York r nel 1908 a causa delle pessime condizioni di lavoro motivo per il quale si sviluppò un rogo. La successiva commemorazione dell’otto marzo ci fu per la prima volta nel 1917 per chiedere la fine della Guerra ed in seguito la ricorrenza si consolidò fino a giungere nel pieno dei diritti acquisiti con il voto deln1946 anche qui in Italia. Chiamarla “festa” non è un concetto –che a mio avviso-possa essere espressione della concretezza e del lavoro preziosissimo che le donne hanno messo in atto ogni giorno, dal ruolo in famiglia fino ai ruoli apicali occupati nelle istituzioni. Direi piuttosto, fatto il punto ad oggi, che la Mimosa non basta più! Un bellissimo omaggio floreale che di fronte alla drammatica escalation di violenza contro le donne negli ultimi periodi, la poetica bellezza del fiore annichilisce per il dolore delle vittime e il totale disprezzo per la vita causa di femminicidi. La mimosa non basta più! Ne’ girotondi, ne’ feste, ne’ consessi autocelebrativi per raccontarci e per raccontare cosa siamo!?!! Al paradosso potrebbero addirittura tacciarci di circoli chiusi dove ci riuniamo quasi in una sorta di terapia di gruppo. Ma no, proprio no! Sembrerebbe non evidente oggi, dopo decenni di continue rivendicazioni di diritti civili a vario titolo che tutto il tempo trascorso e l’impegno profuso sia stato vano. Non è cosi. I diritti civili –si sa- si storicizzano con azioni concrete e la partecipazione totale e convinta da parte delle donne a tutti i contesti sociali e politici che puntano all’evoluzione e alla modernità della nuova società italiana e del nuovo ed auspicato welfare di genere è d’obbligo. Un esempio per tutte, ricordo l’indimenticabile On Tina Anselmi, una grande Donna italiana che fu protagonista dell’implementazione del Servizio Sanitario Nazionale di cui ancora ad oggi beneficiamo e la cui istituzione rispose pienamente al nostro articolo 32 della Costituzione che recita testualmente: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo interesse della collettività’, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Finora ha retto nel bene e nel male, più nel bene che nel male, soccorrendo nelle circostanze alle fasce di popolazioni più indigenti senza l’ausilio di costose polizze come il sistema americano prevede. Una Donna è stata protagonista straordinaria di questa riforma sanitaria, testimonianza non solo del valore, ma anche di un pragmatismo tipicamente femminile, intervenendo con destrezza nell’ultimo consiglio dei ministri di fine anno. Siamo obbligate per natura e responsabilità a spingere per il what ever it takes, cioè per quello che occorre veramente al nostro Paese bellissimo, per la nostra Campania non più Felix per la SANITA’ e soprattutto per le nostre generazioni future. Incentivare le donne ad intraprendere anche corsi di laure STEM, focalizzando l’innovazione, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione per le nuove e pressanti esigenze del mercato del lavoro, vincendo cosi ‘la partita delle pari opportunità con i fatti. Preoccupiamoci di dare il testimone ai giovani con la consapevolezza che nulla ci è precluso e gli steccati o le quote non rappresentano l’intrinseco Valore di un essere umano che per natura può addirittura generarne un altro, la sua forza è già immanente per questo. E quindi, Rispettare le Donne per rispettare il Mondo, Buon otto marzo a tutti!
Paola Capone (Coordinamento cittadino FI)