Economia

Bmw Vs Fiat (Stellantis) quando una famiglia di imprenditori non sputa nel piatto in cui ha mangiato per un secolo (e non ricatta un Popolo ed il suo Governo)

Stellantis, Tavares: «Senza incentivi all’elettrico a rischio Mirafiori e Pomigliano»

È il solito ricatto a cui da decenni l’Italia si prostra

Nel frattempo la società bavarese BMW trasferirà in Austria e Inghilterra la produzione dei motori a benzina e diesel: l’operazione è necessaria per consentire la riconversione della storica fabbrica bavarese al nuovo corso delle auto elettriche.

I motori termici a scoppio verranno assemblati nell’impianto austriaco di Steyr e in quello britannico di Hams Hall. Il centenario stabilimento di Monaco -Milbertshofen, dove sono nati i più famosi motori convenzionali della BMW sarà invece oggetto di un processo di rinnovamento e ricostruzione che si concluderà nel 2026. L’operazione avrà un costo complessivo di 400 milioni di euro. Il nuovo impianto ospiterà la catena di montaggio dei modelli elettrici, da qui usciranno le BMW i4 mentre la versione completamente elettrica delle serie 5 e 7 verranno assemblate nello stabilimento di Dingolfing, e una X1 elettrica uscirà da quello di Ratisbona. La nuova organizzazione avrà ovviamente effetti anche sulla forza lavoro che sarà riqualificata e vedrà un raddoppio degli operai impiegati.

Il confronto con Fiat – Stellantis che al contrario chiede “incentivi” (money money e ancora money) per la stessa operazione, altrimenti ………. Bye Bye, stride maledettamente e le domande sorgono spontanee: Cos’ha il “Bel Paese” di diverso per meritare invece tutt’altro trattamento? Come mai gli imprenditori, famiglie storiche della Germania non si sognano minimamente di affossare ed abbandonare il loro Paese ma anzi si impegnano per rilanciarlo verso un nuovo futuro, oltretutto in uno dei momenti tra i peggiori della loro storia economica? Non hanno anche loro gli stessi costi e le stesse problematiche visto che anche la Germania come l’Italia ha problemi di approvvigionamento energetico, di materie prime e un costo del lavoro molto più alto rispetto a tante altre realtà sparse nel mondo? La risposta la conosciamo tutti ma preferiamo far finta di nulla e scaricare la colpa sugli altri invece di prenderci le nostre responsabilità e rimboccarci le maniche; nel frattempo gli operai, i primi a pagare, continuano a fare il loro dovere: la speranza è l’ultima a morire ma forse sarebbe meglio far fare strada a nuovi imprenditori e politici che abbiano a cuore il proprio Paese almeno quanto lo hanno per il proprio portafoglio.

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