LA PROTESTA DEI GENITORI: «DELIBERA REGIONALE FATTA A NOSTRA INSAPUTA»
Sciopero e appuntamento davanti al comune per una protesta civile ed avere delle risposte. Questa mattina i plessi scolastici di Matierno e la San Tommaso di Fratte si sono riuniti tra genitori, alunni ed insegnanti, davanti Palazzo Guerra contro la delibera dell’accorpamento scolastico che vedrebbe la nota scuola di Fratte essere unita alla Calcedonia e la scuola di Matierno ad Ogliara. I piccoli studenti hanno esposto degli striscioni: “Di santi in Paradiso noi abbiamo San Tommaso e a lui chiediamo aiuto”; “La Chiumiento resta alla San Tommaso” (striscione a favore della dirigente scolastica) e hanno intonato cori del tipo: “Matierno dice no”. Grazie all’intervento di Cristian Santoro, genitore di un alunno ma anche persona molto conosciuta negli ambienti politici salernitani in quanto facente parte del Comitato di quartiere dei rioni collinari ed al supporto del consigliere comunale Roberto Celano, una delegazione è stata incontrata nel proprio ufficio dall’assessore alla scuola Gaetana Falcone; intanto il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli è stato fatto entrare dalla porta secondaria per non incontrare i manifestanti. All’uscita la referente, una professoressa del pelsso di Matierno ha dichiarato: “Ci sono state delle domande (all’assessore) dove è stato fatto presente che la nostra scuola ha dei numeri, è una scuola sana. E noi abbiamo chiesto perché questa cosa non è stata tenuta in considerazione, visto che hanno smembrato noi a favore di scuole con meno numeri. La risposta è stata che si è parlato di variabili generiche ma che non ci è stato fatto capire”. La professoressa ha poi continuato: “Noi ad oggi non solo non abbiamo ricevuto risposte oggettive e concrete ma siamo stati anche in qualche modo ripresi perché qui c’erano dei bambini, dei genitori e noi insegnanti stiamo manifestando insieme a loro”. Con faccia sbalordita per la risposta – non risposta, l’arrampicamento sugli specchi come detto dalla stessa docente ha poi affermato: “Noi siamo insegnanti che abbiamo scelto di stare in questo istituto e siamo qui da dieci e anche venti anni perché noi crediamo a questa comunità al contrario del comune che li ha sempre lasciati all’ultimo posto. Noi ci teniamo quindi a partecipare al loro fianco e la cosa grave è che non ci sono state risposte. Ora avendo fatto questi movimenti a nostra insaputa, la delibera della Regione già è stata approvata e loro al comune, ovviamente risulta facile scaricare la responsabilità alla stessa e dicono che aspettano che possa fare delle modifiche. Cero che le modifiche potevano essere fatte anche prima ma si dovevano basare su un solo criterio; i numeri!”. Dopo poco l’assessore Falcone usciva dal plesso comunale investita da fischi e dal grido “Vergogna”. SI è cercato di intervistarla ma è stato impossibile e si è riuscito solo ad ascoltare la Falcone dire che non esiste da parte loro mettere in secondo piano nessuno, non c’è alcun motivo. Si attente l’incontro in commissione di domani dove tra l’altro il gruppo dei consiglieri di opposizione ha chiesto altresì di rivedere il tutto.