Politica

Rimpasto, alleati avvisati: Avossa e Loffredo assessori. Caramanno presidente del Consiglio

La comunicazione sarebbe arrivata a tutte le forze della coalizione di maggioranza di Palazzo di Città. Il rimpasto della giunta Napoli sarebbe ad un passo. Anzi, potrebbe concretizzarsi anche nei primi giorni della prossima settimana. Prima della presentazione delle liste per il rinnovo del Consiglio provinciale prevista entro il 30 novembre. E prima ancora della convocazione ufficiale del Consiglio comunale che dovrebbe tenersi, per scadenze finanziarie, tra la fine del mese ed inizio dicembre. 

Lo schema è confermato. Dario Loffredo ed Eva Avossa nuovi assessori che subentrano a Michele Brigante e Paola Adinolfi. Per loro le deleghe all’urbanistica (Loffredo) e finanze (Avossa) mentre Angelo Caramanno sarà indicato come nuovo presidente del Consiglio comunale al posto di Loffredo. In Consiglio comunale entrerà, invece, Sara Petrone, attualmente prima dei non eletti della lista Progressisti. Lo schema si chiude con l’indicazione di Antonio Fiore al Consiglio provinciale. Sarà lui, infatti, l’uomo di punta del Partito democratico che porterà in dote un considerevole pacchetto di voti ponderati, al punto da essere già indicato come nuovo vicepresidente della Provincia di Salerno. Con l’impegno ulteriore di essere candidato anche quando l’ente ritornerà a suffragio universale. La partita politica sembrerebbe chiusa. Ad eccezione del metodo da utilizzare per ufficializzare le nuove nomine. Pare che l’idea o la richiesta sia quella delle dimissioni da parte di Brigante e Adinolfi. Questa formula, se confermata e realizzata, potrebbe anticipare considerevolmente i tempi. 

De Luca (padre) per ora è alla finestra. O quanto meno, così pare. Da tempo le porte del Genio Civile sarebbero chiuse agli amministratori locali che in passato hanno affollato di venerdì la sede presidenziale regionale salernitana. Da mesi pare che il governatore interloquisca più con il direttore generale Picardi che a Palazzo di Città ha realizzato un maxi struttura dirigenziale, avocando su di sé, ad eccezione di quelle strettamente sindacali, quasi tutte le funzioni. Vale anche per il Partito democratico, dove la figura di Enzo Luciano ha subito, nel corso del tempo, un forte ridimensionamento. 

Rimpasto, provinciali e poi Europee. Solo dopo questi tre appuntamenti il governatore potrebbe tirare le somme. Per ora la formula è: “Io sono io (De Luca) e loro sono altra cosa”.

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