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Costi, interferenze e tempi: l’Anticorruzione su Porta Ovest

di Andrea Pellegrino

Tempi di esecuzione allungati e aumenti dei costi, l’Anticorruzione accende i riflettori su Porta Ovest e sui vari interventi. Ad oggi, evidenziano dall’Anticorruzione, la data fissata dal cronoprogramma per il 31 dicembre 2023 può essere ‘soggetta ad ulteriori spostamenti’.

Tra le difficoltà le interferenze con la rete autostradale. “Un ulteriore fattore è stato rappresentato dalle interferenze dell’opera con le preesistenti infrastrutture autostradali che hanno richiesto l’attivazione di apposite attività tecnico/amministrative di monitoraggio, ovvero la sospensione cautelativa dei lavori relativi alle attività di scavo dei fronti di avanzamento delle gallerie, cui è seguita l’elaborazione di uno specifico Piano di Monitoraggio delle DGPV (Deformazioni Gravitative Profonde di Versante) e delle infrastrutture autostradali, nonché di un Piano di Gestione delle Emergenze da predisporre a cura del Consorzio Universitario Grandi Rischi (CUGRI) propedeutico alla ripresa dei lavori. Tali sospensioni dei lavori, in particolare, sono state disposte a decorrere dal 19.03.2022 varie volte a seguito dei dati di monitoraggio rilevati dal CUGRI che hanno evidenziato trend di spostamenti di alcune porzioni delle infrastrutture autostradali interferenti con il tracciato delle gallerie”, si legge. “Pur a fronte delle oggettive problematiche emerse risulta indubbio un eccessivo prolungamento dei lavori che secondo le previsioni originarie sarebbero dovuti essere ultimati il 27.08.2015 in virtù di un tempo contrattuale fissato in 699 giorni naturali e consecutivi”, prosegue il presidente dell’Anticorruzione. 

“Si ritiene – prosegue – che l’attività amministrativa finalizzata al monitoraggio delle interferenze con i manufatti autostradali esistenti non risulti essere stata svolta con la necessaria efficienza e celerità, in quanto una pronta attivazione del monitoraggio avrebbe verosimilmente comportato una minore durata della sospensione dei lavori. Ulteriore elemento di criticità, sempre relativo all’allungamento dei tempi di esecuzione, appare essere riconducibile alla gestione delle terre di scavo. Difatti, in fase di progettazione definitiva ed esecutiva era stato previsto, nell’ambito del Piano di Utilizzo delle terre, il riutilizzo del 100% dello smarino per il confezionamento dei calcestruzzi e/o conglomerati bituminosi; tuttavia, durante la fase esecutiva dei lavori, è emerso che le originarie previsioni del riutilizzo “tal quale” del materiale non era conseguibile. Tale situazione, evidenziatasi nel gennaio 2019 è stata definitivamente risolta, a seguito di varie interlocuzioni con l’appaltatore, solo nel maggio 2020 con l’individuazione di una soluzione idonea al conferimento della quantità di materiale inutilizzabile (cava Inerti Puglietta, in comune di Campagna). Si profila, quindi, in fase di progettazione una insufficiente attività di caratterizzazione delle terre di scavo delle gallerie che, in fase esecutiva, ha provocato un ulteriore rallentamento dei lavori”.  

Poi gli aumenti dei costi. “Sotto altro profilo si rileva, inoltre, un rilevante incremento del costo dell’intervento, ammontante, in seguito alla perizia di variante del 2013 a 115.917.428,54 euro a fronte di un importo contrattuale pari a 98.431.650,41 euro. In primo luogo, si può rilevare che l’approvazione della variante ha comportato un totale assorbimento delle economie da ribasso d’asta, in quanto l’importo della medesima (17.485.778 euro) è molto vicino al risparmio conseguito a seguito del ribasso d’asta, peraltro piuttosto significativo, offerto dall’impresa aggiudicataria, pari a circa 18.493.937 euro. La circostanza che la variante approvata in data 27.11.2020 con Delibera Presidenziale n. 254/2020 risulti essere in diminuzione – comportando un’economia di 6.830.573,90 euro (pari al 5,89% dell’importo
contrattuale), con modifica dell’importo contrattuale in 109.086.854,64 euro a fronte degli originari 115.917.428,54 euro – non può essere addotta quale motivo di compensazione poiché essa ha comportato anche l’eliminazione delle opere del Gruppo B (4.426.179,00 euro) e dello svincolo San Leo (1.587.480,65 euro).

Il richiamo. “In definitiva, attesi gli ingenti ritardi già accumulati, appare quindi di fondamentale importanza una corretta gestione temporale del prosieguo dell’appalto, specie ove si consideri che anche dopo la sottoscrizione della citata Convenzione risultano essere state disposte varie sospensioni di scavo in via cautelativa (seguite da riprese disposte a seguito dell’azzeramento degli spostamenti) al punto che ad oggi la data di ultimazione degli stessi, fissata da cronoprogramma per il 31.12.2023, può essere soggetta a ulteriori spostamenti”.

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