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Centri accreditati, ogni 15 del mese disagi per i meno abbienti e liste d’attesa interminabili

di Mirko Cantarella

Già nello scorso mese di gennaio è stato accertato che in Campania mancano all’appello circa 12 milioni di prestazioni sanitarie ambulatoriali per un totale di occorrenza di quasi 67 milioni rispetto alle circa 55 milioni erogate. Tac, risonanze, radiografie, ecografie, analisi cliniche di laboratorio, Pet, elettrocardiogrammi, dialisi, fisioterapie ed altro, sono essenziali per l’assistenza sanitaria al cittadino e vengono eseguiti dai centri accreditati e pubblici. A denunciare la difficoltà dei cittadini per avere la dovuta assistenza è Cristian Santoro, operatore sanitario salernitano: “In questa Regione dobbiamo registrare continuamente delle nefandezze in merito alla sanità per esami diagnostici e radiodiagnostici per chi ne ha bisogno. I centri convenzionati lavorano in media 8 volte al mese, 2 volte a settimana per soddisfare la domanda ed è ovvio che poi ci sono file di prenotazioni interminabili – commenta Santoro – mentre a pagamento si riesce ad avere la prestazione sanitaria anche a distanza di pochi giorni. La domanda che mi faccio è che, se un utente usufruisce della convenzione, probabilmente ha un reddito basso e se è così, chi ad esempio deve effettuare una total body o un esame pet, che ha un costo che viaggia tra i 400 e gli 800 euro in media, quando potrà mai farla senza essere convenzionato?”. Santoro chiede che venga urgentemente risolto questo problema perché così si mette in pericolo la vita e la salute dei cittadini. Chi ha bisogno subito non può attendere mesi. Il riferimento che Cristian Santoro risale al noto e bizzarro provvedimento che la Regione Campania emanò con la delibera di Giunta 599 del 28 dicembre 2021; dove tutto ha avuto inizio, potremmo dire. Un atto in cui le alte menti regionali credevano e credono ancora, di risolvere il problema assegnando ad ogni Centro diagnostico un numero di prestazioni e un budget prefissato che viene erogato per dodicesimi, ripartito cioè per i dodici mesi dell’anno. In tal maniera, l’assistenza è garantita, secondo loro tutto l’anno. Ma il budget annuale, che fino al 2021 bastava per circa otto mesi, con questa delibera basta appena per i primi 10 forse 15 giorni del mese causando liste di attesa per il mese successivo e per gli altri a seguire con liste che diventano sempre più lunghe. “Ricordo quando il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, per la sua candidatura usò lo slogan: “Campania, mai più ultimi”. Era il 2014, siamo nel 2023 e la Campania nella classifica nazionale non è ultima ma è al di sotto dell’ultimo posto. Invece di buttare soldi per Luci d’’artista e altre cose che non hanno finalità positive, si cercasse di mettere il cittadino al primo posto, alla cura della sua salute, alla sua vivibilità, alla funzionalità degli ospedali, all’assunzione, possibilmente non clientelare, dei medici, infermieri ed oss così, in sinergia, si pensa anche ad una sana politica del lavoro e poi dopo anche alla funzionalità, pulizia, vivibilità, sicurezza e ordine delle città. Solo così una comunità può dirsi civile e può aspirare a non essere ultimi. Se non si è in grado di fornire i servizi essenziali, di mettere il cittadino al primo posto, allora si passasse la mano a qualche organizzazione politica più capace” – ha concluso Santoro.

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