di Mirko Cantarella
Dal gol al Maradona alla tripletta di ieri contro la Fiorentina, Boulaye Dia, senegalese di 26 anni, si è preso meritatamente le copertine dei maggiori quotidiani sportivi nazionali. Anche oltralpe tutti parlano di lui. I riflettori erano tutti pontati su Osimhen, il ragazzo di Lagos, che era ed è ad un solo un gol dal diventare il miglior cannoniere africano della storia della Serie A, raggiungendo il liberiano ex Milan George Weah a 46 gol ed invece l’attaccante granata, che ha rimandato i sogni di gloria napoletani e scoperto dal Reims fra i dilettanti, si è fatto notare da tutti. E’ costato alla Salernitana meno di 14 milioni di euro, fra prestito (1,8 milioni) e riscatto fissato a 12 e che, come dichiarato dal DS De Sanctis, la Salernitana riscatterà dal Villareal: “Dia sarà nostro al 100% a luglio”. Ieri Dia ha eguagliato e superato Marco Di Vaio come miglior cannoniere della Salernitana in Serie A, oggi è terzo nella classifica cannonieri del massimo campionato nazionale italiano, ma Boulaye ne suo curriculum ha un gol all’ultimo Mondiale al Qatar, uno nelle qualifiche per la Coppa del Mondo e due recenti a marzo per l’eliminatoria di Coppa d’Africa. Con i club inoltre ha segnato in Champions al Liverpool, nella semifinale d’andata, dando vita a una rimonta poi sfumata del Villareal. E poi altri 5 gol in Liga; la scorsa stagione l’aveva chiusa con 7 centri, mentre nel 2020-21 aveva firmato 16 reti a Reims in Ligue 1 e coppa nazionale ed oggi ha attirato l’attenzione dei club della Premier. Cresciuto nel club Jura Sud Foot, più volte studiato dal Lione, che poi ha rinunciato a lui, a 20 anni si è messo a fare l’elettricista per mantenere la famiglia, causa problemi di salute del padre. Quel papà che non voleva che facesse il calciatore e che a 12 anni se lo riportò a casa prima di arrivare a Saint-Etienne per un provino, dopo che la vecchia Renault di famiglia era andata in panne. Fan di giocatori come Ronaldinho e Robinho aveva le idee chiare fin da bambino. A 7 anni disse: “Quando cresco, io sfondo nel calcio e tutti usciremo da questa situazione di povertà” e sembra che abbia mantenuto la promessa diventando oggi l’idolo indiscusso della squadra granata e ormai diventato, dopo il gol al Napoli, “La mano di Dia”.
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