L'intervento

La città delle targhe e delle fiere ma dai luoghi abbandonati

di Andrea Pellegrino

Targhe, targhette, panchine. Patrocini, contributi (ai soli noti), eventi. Teatro Verdi (da cinque milioni di euro) e Premio Charlot (ossequiato dall’amministrazione e finanziato cospicuamente dalla regione). L’ultima attività dell’amministrazione comunale riguarda la Fiera di Berlino dove le casse, già devastate sotto il profilo economico, sborseranno 7 mila euro per l’alloggio di due dipendenti comunali e dello stesso assessore, oltre per il viaggio e qualche materiale informativo, all’interno di uno stand già messo a disposizione dalla Regione Campania. L’attività amministrativa e politica è racchiusa, praticamente in queste poche iniziali righe, a cui si può aggiungere qualche altro evento stile rotariano o simil associativo organizzato da qualche altro assessore della giunta Napoli. Dalle foto che circolano o dall’albo pretorio il riscontro è presto fatto. Il tutto mentre la città crolla sotto il peso dell’assenza di manutenzione e dell’abbandono. Nel corso delle ultime edizioni abbiamo segnalato diversi luoghi lasciati al proprio destino. Così come è lasciata alla più completa autogestione la mobilità cittadina, senza naturalmente entrare nell’inferno del Viadotto e delle vie connesse e annesse. Il gioco del sanpietrino al Corso e le buche piene di acqua e fango, ai lampioni penzolanti, alle ringhiere di protezione mancanti. Certo è che da parecchio qualche amministratore comunale non si rende conto in che stato versano alcune aree (anche centrali) della città. Troppo chiusi nelle stanze o a presenziare eventi di qualsiasi genere. Negli atti giuntali c’è tutta la cronistoria politica e amministrativa di quest’ultimo governo cittadino che fin dal primo momento non ha brillato per intraprendenza. Certo è che i conti sono in rosso e che tante alchimie non sono più consentite. Anche la carta Della Greca, come affiancamento (commissariamento) dell’assessore al bilancio in carica non pare abbia portato i suoi frutti. Dal ricorso al Salva Città in pratica c’è poco da fare se non appellarsi a Palazzo Santa Lucia e quindi a Vincenzo De Luca. Ed è proprio l’ex sindaco l’unico al momento in grado di poter sollevare la città. Secondo gli umori della piazza, nel caso in cui De Luca non dovesse ritornare a Salerno, questa amministrazione rischierebbe di essere bocciata alle urne. Nonostante l’immobilismo dell’opposizione sui temi più centrali che interessano la città. Insomma terzo mandato o no, gli attuali governanti altro non dovranno fare che rivolgersi al loro padre politico e convincerlo a scendere in campo. Fino ad allora qualche consulto in più al Genio Civile di venerdì non guasterebbe, almeno per garantire maggiore vivibilità ai cittadini salernitani che dallo loro sono pesantemente tartassati per mantenere tutto ciò.

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