De Magistris: “Stop al terzo mandato? Un problema per De Luca, ma non per la Campania”

di Andrea Bignardi

Un’eventuale stop al terzo mandato per De Luca? E’ un problema per lui, non per la Campania. Così Luigi De Magistris è intervenuto a margine della presentazione del suo ultimo libro, “Fuori dal Sistema”, tenutasi nella serata di ieri a Sarno, presso l’aula consiliare del Comune. Un racconto, quello del magistrato partenopeo, attivo in politica da ormai un quindicennio, che ha spaziato lungo i ricordi della sua lunga esperienza professionale prima ancora che nell’amministrazione di una “res publica” che, più volte, come ha sostenuto nel corso del suo intervento, l’avrebbe dovuto difendere e non l’ha fatto. Dal ricordo dell’ultimo scritto per diventare magistrato (“consegnato nelle mani della moglie di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, il giorno prima della Strage di Capaci”), al periodo catanzarese a Why Not a Toghe Lucane alle dimissioni dalla magistratura (“prima che maturasse il minimo per la pensione”), fino ad arrivare all’esperienza da europarlamentare con l’Idv e poi quella da sindaco di Napoli, quelle di DeMa, a sua detta, sono state tutte esperienze guidate da alcuni valori: su tutti passione, coerenza e competenza. Decisamente presente, quest’ultima, in materia di diritto, non solo nell’ex sindaco di Napoli ma anche negli altri presenti all’iniziativa di ieri sera, moderati dall’avvocato Raffaele Vitolo dopo i saluti istituzionali dell’assessore Eutilia ViscardiRodolfo Viserta, già Presidente della Camera Penale di Nocera Inferiore; Gaspare Dalia, ricercatore di procedura Penale all’Unisa, e Felice Pier Carlo Iovino, associato di procedura penale sempre nell’ateneo salernitano, tutti protagonisti di un momento di confronto schietto e cordiale con il magistrato-sindaco che, al di là delle opinioni sul merito delle sue scelte politiche, ha saputo sempre lanciare il cuore oltre l’ostacolo. 

Un libro, “Fuori dal sistema”, come racconto della sua lunga esperienza professionale e politica decisamente fuori dalle rotte convenzionali tracciate e, come lei l’ha definita nel corso del suo intervento, senza alcuna protezione.

“È un libro a cui tengo molto in quanto racconto la mia storia personale, dalla magistratura all’attività politica ed istituzionale fatta in questi anni. Provo a raccontare la realtà dentro le istituzioni, constatando che al loro interno ci sono tantissime persone che le utilizzano per finalità personali, affaristiche, e non di rado anche criminali”

Una situazione, quest’ultima, presente al Sud più che al Nord?

“Io credo che ora le mafie sono più forti al Nord. Le mafie vanno dove c’è denaro e dove c’è meno capacità di alzare steccati preventivi. Da una ventina d’anni circa, però, le mafie sono più forti nelle regioni settentrionali”.

Oltre alla sua esperienza da pubblico ministero, nel libro si compie un excursus anche sulla sua lunga esperienza politica, iniziata nell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e poi proseguita con l’esperienza a sindaco di Napoli, di cui è stato il primo cittadino più longevo, sino ad arrivare alle esperienze più recenti con Unione Popolare. Una carriera politica, la sua, sempre a sinistra, seppur fuori dai classici canoni. Come vede la vittoria delle primarie dem da parte di Elly Schlein? Può ricompattare il fronte progressista?

“Abbiamo iniziato quest’avventura di Unione Popolare da poco, ad appena un mese dalle elezioni politiche di settembre 2022: proviamo a rappresentare come Unione Popolare quella parte di paese che ha una visione costituzionalmente orientata, e che adesso è stata fortemente  tradita. Se ascolto Elly Schlein che conosco da una quindicina d’anni, e la sento parlare, mi ritrovo con lei praticamente su tutto. Però bisogna stare attenti all’inganno”.

In che senso?

“Non viene dalla strada ma dal Partito Democratico. È stata vicepresidente della regione Emilia Romagna e finora ha fatto il contrario di ciò che dice. Adesso ha il potere, è segretaria, e per lei ed il partito è una grande opportunità ed un grande rischio, specie se la sua diviene soltanto un’opposizione fine a sè stessa al governo guidato da Giorgia Meloni. L’ho sentita parlare l’altro giorno sul salario minimo: ma nel programma del Pd per le elezioni politiche non c’era il salario minimo. Lo stesso vale, ad esempio, per quanto riguarda l’autonomia differenziata: la modifica del Titolo V l’ha fatta il centrosinistra. Mi auguro ci sia un cambiamento politico: se c’è diviene un atto politico”.

Parlava di rischio, uno di questi, con la segreteria Schlein, è per il governatore De Luca, siccome il suo terzo mandato è a rischio.

“E questo è un problema per De Luca, non per la Campania”.

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