di Mirko Cantarella
“Tutto è scritto nel nostro DNA, anzi esistono due diversi DNA: quello ufficiale che definisce i nostri caratteri biologici e le nostre patologie future; e poi c’è un DNA ombra, nascosto, che determina il nostro percorso esistenziale”. Comincia così, impresso sulla bandella anteriore della copertina, il romanzo del salernitano Antonio Vincensi dal titolo; “Sul palcoscenico della vita” edito da La Caravella Editrice. Tra romanzi, racconti e scritti scientifici, Vincensi, amante della Scienza e dell’Astronomia, ma anche dell’arte e della pittura, nonostante come prima attività faccia il mestiere più ingrato del mondo, come egli stesso sottolinea, ovvero l’amministratore di condominio, ha realizzato la sua quinta pubblicazione editoriale che poi sarà il primo di una trilogia dove al centro saranno protagonisti i temi della fiducia, della paura e della libertà, che poi sono caratteristiche primarie della vita di ognuno di noi. Una trilogia i cui protagonisti sono tre fratelli meridionali, Giacomino, Carlotta e Mauro, che crescono senza genitori, entrambi scappati via dalle proprie responsabilità, sballottati tra orfanatrofi e case di recupero fin quando non vengono separati in giovane età senza mai più rincontrarsi; la classica adolescenza di…
Sulla fiducia e sull’elaborazione del concetto di destino, si incentra questo primo romanzo dove la fanno da padrone le vicissitudini, in alcuni casi di fantozziana memoria, di Giacomino, il più grande dei tre fratelli (nel libro è un uomo di mezza età). Introverso, scontroso, sociopatico, inadeguato nei rapporti con il prossimo, disadattato alla vita e magistralmente abile a cavalcare le onde della cattiva sorte, Giacomino, carattere burbero ma dal cuore grande, è però un grande ebanista che deve spesso subire, purtroppo, l’invidia degli abitanti del suo paese e molti scherzi anche di cattivo gusto organizzati per lo più da un pescatore del posto, un cattivo d’animo che risponde al nomignolo di Spigola. Uno di questi scherzi, davvero brutto, porterà Giacomino Serretti a subire un trattamento devastante. Da questo momento la fiducia nel prossimo viene minata nell’animo di Giacomino, ma la goccia che fa traboccare il vaso è l’inedita “fusione” di un cetriolo con una blatta. Evento scatenante che porterà quest’uomo ad una decisione drastica e mettere definitivamente in dubbio il suo sentimento di fiducia nel prossimo e nei confronti del mondo intero. Un personaggio che alla fine rispecchia in parte tutti noi, un mortale che ha pregi e difetti tipici di chi ha vissuto un’infanzia difficile circondata da miseria, sofferenza e cattiveria. Senza guantoni, senza protezione, Giacomino ha affrontato il ring della vita, il sempiterno scontro tra il bene ed il male, quello più intimo che tutti noi coviamo dentro. Una mente semplice a contatto con troppe maschere che lo porteranno a questa decisione di dubbio sul prossimo, di non fidarsi più di nessuno. Ma nonostante tutto, decide un bel giorno di partire per andare alla ricerca di Mauro e Carlotta e scoprire dove sono, cosa fanno; saranno vivi o morti? Viaggi pieni di imprevisti e di particolarità, accompagnati dalle colonne sonore di All you need is love dei Beatles e Samarcanda di Roberto Vecchioni; brani non a caso, dove nel primo c’è un chiaro messaggio dell’amore come tutto, del bisogno di amore, mentre nel secondo il riferimento allegorico di come anche la morte venga sbeffeggiata dal Destino. “Sul palcoscenico della vita” ci farà ridere, commuovere, riflettere, ci farà capire che spesso la rabbia va affrontata con il sorriso sulle labbra; dove i luoghi e i personaggi di fantasia possono essere trasportati nella realtà di ognuno di noi per le loro caratteristiche ed anche per il taglio del romanzo da sceneggiatura teatrale, da teatro della vita.
E voi, avete già individuato il vostro DNA ombra?
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