E’ accaduto alla sede dell’ASL di Salerno nel rione Pastena. Un utente si è trovato ad entrare per un appuntamento ma all’ingresso è stato fermato dagli addetti alla sorveglianza e fatto allontanare, con fare tutt’altro che elegante, come egli stesso racconta, in quanto non in possesso di mascherina FFP2 come indicato da decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, contenente la proroga dello stato di emergenza nazionale. L’utente stesso aveva richiesto agli addetti di procurargli gentilmente tale mascherina in quanto momentaneamente sprovvisto a favore di quella chirurgica ed in quanto aveva un appuntamento in azienda sanitaria e non era al corrente di tale obbligatorietà anche negli uffici dell’ASL. Gli stessi lo hanno invitato a girovagare per gli esercenti commerciali della zona alla ricerca della FFP2, comprarla e di ritornare munito della stessa, perché in sede non avevano tali di dispositivi di sicurezza. Evitando sterili polemiche e chiedendo di parlare con la direttrice, sempre con modi gentili, ma sconosciuti agli addetti della sicurezza nelle loro risposte, gli stessi accontentano l’utente ma la direttrice, nonostante le sia stato detto che la circolare della Regione Campania diceva tutt’altro, non ha voluto sentire ragioni, impugnando un foglio con su scritto un comma, un articolo che non era quello in questione e adducendo che senza FFP2, che l’utente doveva procurarsi a sue spese, non poteva assolutamente varcare la soglia. Per onestà di cronaca facciamo presente che la circolare della Regione Campania sugli accessi alle strutture sanitarie, tra l’altro appesa anche nella stessa bacheca dell’ASL recita: “Al fine di prevenire al meglio la diffusione del virus SARS-COV nelle strutture sanitarie…nonostante non vi è ad oggi alcun obbligo, in merito all’utilizzo di mascherine filtranti FFP2 da parte di questi ultimi all’interno delle stesse…si invitano le SS.LL a promuovere l’utilizzo di mascherine FFP2 in favore degli utenti che accedono press le strutture, anche fornendole direttamente, considerata la giacenza di 40.000 unità”. Nonostante l’utente aveva la ragione dalla sua parte, non ha voluto polemizzare ed è tornato mesto alla sua abitazione ma ha richiesto che si raccontasse l’accaduto perché, in un periodo particolare come quello della pandemia, regna troppa confusione e purtroppo, chi dovrebbe dettare le regole, non conosce le stesse interpretandole a suo modo e dove chi ne fa le spese è sempre l’utente finale, specialmente nel comparto medico sanitario. “un po’ di conoscenza in più e di gentilezza non farebbe male visto che la situazione già è quella che è; credo che ovunque ci saranno una marea di denunce per incapacità gestionale” – ha concluso il suo racconto.
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