“Il Vicolo della Neve chiude e noi dobbiamo trasformare la sofferenza in opportunità. È capitato altre volte, in altre città, quando si sono raccolte forze e intelligenze per ridare vita ad attività commerciali storiche, di forte valore simbolico per l’identità territoriale. Il primo elemento da rimuovere nel senso comune è la rassegnazione che fa il paio con la totale sottomissione culturale alle leggi del mercato. Abbiamo imparato su mille fronti che non sempre funzionano e anzi, in molti casi, vanno ribaltate nell’interesse delle comunità. Si può fare anche nel caso della più famosa trattoria/pizzeria salernitana. Serve coraggio, fantasia, coordinamento tra energie e competenze. L’appello deve essere rivolto prima di tutto agli operatori del settore, agli chef, alle personalità che per passione e professione curano e valorizzano la nostra cultura gastronomica. E non sarà secondario l’impegno delle istituzioni. Il Vicolo della Neve può continuare a vivere nella forma di una impresa collettiva, di una scommessa dal forte valore sociale nella quale investire non solo denaro, ma soprattutto futuro”. Così, in una nota, Primavera Salernitana sulla chiusura del noto ristorante del centro storico di Salerno.
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