di Antonio Roscia*
L’EMA ha detto sì, come il famoso uomo degli ananas quando dava l’ok per la raccolta dei frutti. Appare però opportuno approfondire questo sì. L’EMA è la European Medicines Agency e ha dato di nuovo parere positivo all’uso del vaccino anti covid19 AstraZeneca. In verità, come sempre in materia così scientifica, è bene andare alla fonte e non costruire un proprio convincimento sulla scorta dei titoli dei giornali.
Ebbene, l’EMA dice che “the vaccine is not associated with an increase in the overall risk of blood clots (thromboembolic events) in those who receive it” ovvero dice che il vaccino non è associato con un aumentato rischio di trombosi in quelli che lo ricevono ma poi aggiunge che “ causal link with the vaccine is not proven, but is possible and deserves further analysis” ovvero che un nesso causale con il vaccino non è provato ma che è possibile, per cui ci si riserva un approfondimento ulteriore. Insomma appare qualche contraddizione in quello che dice l’EMA tanto più quando aggiunge che “however, the vaccine may be associated with very rare cases of blood clots associated with thrombocytopenia” ovvero che il vaccino potrebbe essere associato con casi molto rari di trombosi in soggetti con trombocitopenia ( numero basso di piastrine nel sangue). In conclusione, la EMA è molto chiara: “ benefits still outweigh the risks despite possible link to rare blood clots with low blood platelets” ovvero l’EMA dice che i benefici superano ancora i rischi nonostante il possibile collegamento a rare trombosi (coaguli di sangue) in soggetti con piastrine basse.
Ecco dunque il principio chiave: il bilancio tra rischi e vantaggi. Un bilancio che, globalmente inteso, è certamente a vantaggio dell’uso del vaccino ma, se qualcuno sperava di sentirsi dire che è sicuramente escluso un legame tra vaccino e trombosi, allora rimarrà deluso.
Va anche detto che AstraZeneca non è ancora stato approvato negli U.S.A. dove è ancora nella fase 3 dei trial e dunque non abbiamo il parere definitivo di un ente affidabile e serio come quello della FDA.
Cosa concludere? AstraZeneca resta certamente un vaccino efficace: tra i partecipanti agli studi trial che hanno ricevuto le due dosi raccomandate con un intervallo compreso tra 3 e 23 settimane, l’efficacia è stata del 62,6% ( fonte ISS) e AIFA, la nostra agenzia del farmaco, si esprime dicendo che “ nei partecipanti che hanno avuto la seconda dose dopo 12 settimane dalla prima, l’efficacia dopo 14 giorni dalla seconda dose, è stata dell’82,4%”. Dunque parliamo di un vaccino che funziona ma che, soprattutto, riduce enormemente le ospedalizzazioni e le morti: insomma, male che vada, con AstraZeneca si prende una forma di Covid19 tollerabile. Certo sono sempre dati statistici ma in medicina non esistono mai numeri certi trattandosi di materia biologica e dunque suscettibile di variazioni individuali.
In conclusione appare raccomandabile effettuare la vaccinazione AstraZeneca poiché statisticamente sicura e soprattutto efficace e, tra benefici e rischi, appare evidente che la bilancia pende dalla parte della vaccinazione. Piuttosto, in considerazione del remoto rischio di trombi, appare utile a mio modesto avviso, che i soggetti con problemi di coagulazione, in particolare trombocitopenia, lo facciano presente con particolare evidenza sia al medico che dovrà somministrare il vaccino sia al proprio medico curante, il tutto per una valutazione del caso specifico, sempre tenendo conto del fatto che EMA ha ritenuto il rischio di trombosi solo possibile e in rari casi ma non provato.
*medico
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