di Vincenzo Benvenuto
Dopo la sorprendente e, a tratti, grottesca irruzione a Capitol Hill, sui giornali e in tv tutti hanno scritto e parlato di attacco all’America, la più grande democrazia del mondo. Ovviamente l’aggettivo (“grande”) deve intendersi in senso qualitativo perchè, diversamente, si sarebbe dovuto obiettare fin da subito che è l’India la più grande democrazia del mondo (circa quattro volte più popolosa degli Usa). Senza contare che sui mezzi d’informazione si continua a parlare di America ma il riferimento è chiaramente agli Usa (l’America è un continente).
Premesso ciò, la domanda è: davvero gli Usa sono la più grande democrazia del mondo?
Alcuni dati per farsi un’idea. I Romolo e Remo americani, i padri pellegrini che a bordo della famigerata Mayflower sbarcarono in Virginia per fondare uno Stato che incarnasse i loro ideali di libertà, non furono più di tre dozzine. La maggior parte dei passeggeri, invece, erano avanzi di galera che, checché ne dica tanta cinematografia hollywoodiana, perpetrarono massicciamente il massacro dei nativi. Gli Usa hanno fomentato e condotto guerre in molti angoli del mondo prevalentemente, se non esclusivamente, volte al perseguimento dei propri interessi geo-politici (Vietnam, Somalia, Iraq, ecc.).
L’ “America”, a tutt’oggi, pratica ancora la pena di morte. Il fatto che il Ku Klux Klan sia un movimento assolutamente legale la dice lunga sul razzismo intrinseco che è tuttora presente in troppi Stati degli Usa. A tal proposito, è emblematica la squalifica a vita di due atleti vincitori di medaglie olimpiche per aver manifestato proprio contro il razzismo. È un dato inconfutabile che la CIA abbia cercato di metter becco, spesso riuscendoci, in tante dinamiche di politica locale (il c.d. Piano Condor è lì a testimoniarlo). Negli Stati Uniti le lobby dei più ricchi condizionano in maniera evidente le elezioni del presidente. L’autodifesa, in “America”, assurge al rango di vero e proprio valore, legittimando tutti i cittadini a girare armati fino ai denti. Nonostante gli ultimi, parziali progressi ascrivibili all’Obamacare, negli Usa non esiste un vero sistema sanitario pubblico, e quel po’ di pubblico che c’è viene sistematicamente stritolato dalle numerose ed esiziali assicurazioni private. Quest’elenco potrebbe evidentemente continuare. Con ciò, beninteso, non si vuol dire che non ci siano elementi di pieno conio democratico negli Usa come, ad esempio, il “diritto alla felicità” costituzionale, il “melting pot” presente in molti Stati, la libertà di stampa, e via di questo passo. Semplicemente si vuole contestare l’invidiabile primato, assegnato agli Usa, della democrazia “più grande” al mondo, tutto qui. Non foss’altro perchè una democrazia non si misura sulle intenzioni e i buoni propositi, ma va parametrata sull’impervio cammino della pratica quotidiana.