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AISP e ACS in piazza chiedono sostegno al Governo

Le partite IVA e gli associati dell’AISP e dell’ACS solidali in Piazza Amendola questa mattina per chiedere sostegno concreto al Governo e non quel contentino che non influisce nell’equilibrio delle spese di ogni attività. Gli autonomi, i ristoratori, i gestori, non possono continuare solo con il delivery e l’asporto, con delle assurde chiusure alle 18,00 (nel caso dei bar) e passare i fine settimana da giallo a rosso o arancione. Questa situazione sta penalizzando non solo i gestori delle attività ma anche l’indotto dei fornitori, dipendenti ecc. Donato Giudice, vice Presidente AISP, ha posto l’attenzione sulla situazione che se peggiora sempre di più, potrebbe sfuggire di mano. Flavio Sessa, dell’ACS, titolare della paninoteca “Pane e Pummarola” in via Roma e di un’altra neonata attività sempre di ristorazione in centro, parla di ristori non adeguati: “Nella mia nuova attività nata ad agosto, i ristori sono pari a zero e in quell’altra storica paninoteca sono pari a meno del 3% del fatturato di quest’anno. Così non possiamo durare a lungo e come ACS, con i nostri legali, stiamo valutando di fare qualcosa di importante contro queste decisioni del Governo e Anche della Regione Campania che penalizza ancora di più il nostro settore. Il Covid c’è d è un problema importante da risolvere ma la gestione del governo è disastrosa e ricca di confusione”.  Antonio Di Giovanni, socio AISP, gestore di Calavera in via Roma, definisce la situazione drammatica in tutti i punti: “Noi non è che vogliamo riaprire pe forza, vista la situazione che stiamo vivendo, ma neanche possiamo stare chiusi con tutti i costi da sostenere. Abbiamo bisogno di ristori effettivi. Non che il Governo non ci stia aiutando, ma purtroppo sono briciole rispetto a tutto ciò che abbiamo perso e alle spese ingenti che ognuno di noi ha da sostenere per portare avanti l’attività. Noi chiediamo semplicemente il giusto. Con la nostra associazione, l’AIPS, stiamo organizzando varie situazioni per aiutare tutti i commercianti in difficoltà; ma dobbiamo avere la possibilità di farlo”.

Non mancano le lamentele anche contro la Regione Campania: “Siamo stati chiusi 15 giorni prima della chiusura nazionale ad ottobre, poi i giorni in cuiil Governo ha dato zona gialla noi siamo stati rossi; due mesi e mezzo chiusi che ci ha demoliti con un fatturato meno del 73% rispetto all’anno precedente”.

Anche la politica locale e regionale di opposizione ha additato il Governatore Vincenzo De Luca come aver ingaggiato più una prova di forza che misure atte al contenimento del contagio.

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