di LUIGI CERCIELLO
Nella prossima primavera (si spera) molti Comuni capoluogo torneranno alle urne per rinnovare i consigli comunali cittadini. In questo caos totale, tra pandemia e scarico incrociato delle responsabilità da parte dei politici e degli amministratori, dove ormai la comunicazione serve per auto referenziarsi, nelle stanze del potere è tutto un fermento per trovare il migliore candidato sindaco. Un dubbio sorge spontaneo, però: ma l’uomo della strada cosa pensa?
Basta sedersi qualche minuto ad un tavolino di un bar o entrare in un locale commerciale per tastare l’umore generale che decisamente non è dei migliori. La verità è che la gente in questo momento non sa se avere più paura del Covid o della povertà che ne seguirà, vivendo in costante ansia del prossimo DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) o della prossima ordinanza regionale. Come dargli torto!
In questo quadro catastrofico, il pensiero corre ai quattro cavalli, i portatori della punizione divina: il cavallo bianco che guida il cavallo rosso “Guerra”, che ben si accosta alla violenza nelle strade ed i morti per il Covid. Il cavallo nero “Carestia”, che simboleggerebbe la recessione economica e la povertà che segue al Covid; l’ultimo dei quattro “Morte”, la serrata delle economie locali con la disoccupazione e la chiusura delle attività.
Il simbolismo del passato mostra il ciclico ripresentarsi dei flagelli e delle miserie umane, nonostante ciò ci si ostina a ripercorrere gli stessi errori e a non imparare, o meglio a non voler imparare, tanto è forte il più pericoloso dei vizi capitali “Avidità”, sia esso di denaro o di potere, più spesso di entrambe e siamo solo all’inizio di questo nuovo “medioevo politico economico”.