di Giovanna Naddeo
“Passato presente e futuro, è davvero ciò che conta? Può il tempo stabilire chi sia realmente una persona? Nessuno può dirlo, nemmeno io, ma mi appresto semplicemente a raccontarvi la mia storia, quel che sono, quel che riflette al meglio la mia anima”.
Si presenta così Notturno, il protagonista della prima opera letteraria di Andrea D’Amico, 20 anni, poeta emergente salernitano. Dopo la maturità classica, Andrea prosegue i suoi studi alla facoltà di lettere moderne dell’Università di Salerno riuscendo a coniugare lo studio con la sua innata passione per la poesia.
Da qui nasce il progetto “Notturnamente parlando” (edito da “Casa editrice Kimerik), raccolta di poesie nata esclusivamente di notte e dedicata ai suoi affetti più cari, la sua mamma, una “guerriera inarrestabile”, e il suo papà scomparso all’incirca 9 anni fa, Giuseppe D’Amico, grande tifoso della Salernitana, nonché appassionato di poesie. Poesie che il figlio Andrea ha ritrovato in casa e deciso di pubblicare, accanto alle proprie, in questa sua prima fatica letteraria.
“Accogliamo ciò che ci viene dato/perché un giorno ci saremo io e te/prenderai nuovamente la mia mano lasciata da bambino e mi stringerai forte./E questo lo so/rideremo come un tempo/ancora, di nuovo, insieme”.
Come è nato “Notturnamente parlando”?
«È tutto frutto di ispirazioni poetiche sopraggiunte durante la notte. Ero alle prese con il mio primo esame universitario e, dopo giornate sui libri passate a studiare, ecco che con il sopraggiungere della notte, qualcosa si risvegliava in me, un vero e proprio “risveglio notturno”. Da quel momento ho iniziato a mettere su carta quei pensieri fugaci e non ho più smesso»
Poesia, ma anche tanta letteratura nella tua cultura umanistica.
«Esattamente. Sin dalle elementari ho sempre amato la scrittura e la letteratura, fino a quando sono arrivato al liceo classico dove ho scoperto l’amore per i classici antichi, in particolar modo Catullo e Properzio».
Un tuo modello di riferimento?
«Senza alcun dubbio Giovanni Pascoli, per il suo stile di scrittura ma anche per il vissuto che in qualche modo ci lega».
Quali le difficoltà per un giovane scrittore alle prese con la prima pubblicazione?
«Parecchie le difficoltà, a maggior ragione quando si tratta di poesia. Oggi è la canzone la principale protagonista del genere in questione. Fortunatamente il mio progetto è piaciuto molto alle case editrici. Dopo aver meditato su, ho deciso di affidarmi a questa casa editrice siciliana (“Kimerik”, ndr), con la quale mi sono trovato molto bene. A breve partirà anche il tour di presentazione dell’opera in diverse librerie della città. Non nascondo che vorrei presentarlo nell’aula magna del mio liceo, il “Torquato Tasso” di piazza San Francesco»