«Nessuno tocchi gli ospedali»

di Erika Noschese

Nessun bimbo nascerà più a Sapri e Polla. Il governo dalle larghe intese, infatti, non ha accettato la proroga della Regione Campania. Dal 1 gennaio 2019 saranno disattivati i punti nascita degli ospedali Luigi Curto di Polla e il nosocomio dell’Immacolata di Sapri.

Una vicenda che ha inizio nel 2015 quando Governo e Regione concordarono di chiudere i punti nascita in cui non venissero al mondo più di 500 neonati all’anno. E così sembra essere: tutto si fermerà a partire dal nuovo anno. A schierarsi contro la decisione del governo future mamme, esponenti della politica locale, i consiglieri regionali e la Provincia.

Solo ieri il numero uno di Palazzo Santa Lucia ha dichiarato: «Ho visto qualche ammuina di troppo. Il problema dei punti nascita è delicato. Ho rimandato la richiesta di deroga e avremo nelle prossime settimane un confronto con i vertici sanitari. I loro pareri sono vincolanti».

Poi la precisazione: «Se i punti nascita non garantiscono livelli adeguati muoiono bambini e mamme. Se facciamo un parto a settimana non garantiamo sicurezza. Inutile fare i comitati. Si riapre se vi sono le condizioni di sicurezza». Affermazioni malviste dalla maggior parte dei residenti della zona che non hanno risparmiato accuse alla Regione. Intanto, la popolazione non si arrende: da giorni si susseguono le proteste dinanzi l’ospedale Curto di Polla e quello dell’Immacolata affinché il governo giallo-verde accolga la richiesta di deroga, come accaduto per Vallo della Lucania dove – almeno per il momento – sembra essere scongiurato il pericolo chiusura.

«L’ospedale di Sapri non si tocca», ha dichiarato il sindaco Antonio Gentile che nel corso del consiglio comunale, ha approvato la delibera a salvaguardia del punto nascite dell’ospedale di Sapri chiuso con decorrenza dal primo gennaio 2019, in seguito ad una riunione pubblica del comitato dei sindaci del distretto 71 con il quale è stato conferito incarico legale per il ricorso al Tar avverso il decreto. A schierarsi a favore di Palazzo Santa Lucia anche i consiglieri provinciali che hanno presentato una proposta di deliberazione affinché il governo esprima la propria ferma contrarietà al provvedimento “Piano Regionale di programmazione della rete ospedaliera” e di far voti al Ministero della Salute affinché adotti ogni azione ritenuta idonea a contrastare la soppressione dei punti parto di Sapri e di Polla, nell’ottica della salvaguardia degli interessi della collettività.

«Mi rammarica tanto sentire e vivere questa situazione che sta coinvolgendo tutta la comunità del Vallo di Diano e il golfo di Policastro. Chiudere i punti nascita, negare il diritto alla salute, perché è molto forte questa espressione ma è vera, avviando la chiusura il nostro diritto alla salute viene negato a tutti, indistintamente dal sesso o qualsiasi altra convenzione sociale,viene tolto a noi cittadini un servizio fondamentale,ci stanno sottraendo i nostri beni,i nostri servizi per impoverire la nostra comunità,sono sconcertato – ha dichiarato Carmine Giovanni Rubino – Ciò che mi rincuora invece è vedere che tutti in diversi modi stiamo collaborando,ci stiamo attivando per salvare questa situazione,io per motivi universitari purtroppo non sono presente fisicamente in questa battaglia ma sono vicino a tutte le iniziative che siano fisiche o mediatiche, l’unione fa la forza, noi tutti in qualsiasi momento e con qualsiasi mezzo dobbiamo farci sentire e pronunciare il nostro dissenso».

Per le future mamme non resta che attendere: il governo tornerà sui suoi passi o si accetterà la richiesta di deroga? Ai ministri l’ardua sentenza.

Cronache della Sera

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